Sull’omogenitorialità

 

di Paola Biondi

 

 

Ancora una volta la scienza sembra dare ragione a chi sostiene che crescere con genitori dello stesso sesso non ha effetti collaterali J

 

Qualche giorno fa sono stati pubblicati i primi risultati di un nuovo studio, australiano, che aveva come obiettivo la misurazione del benessere fisico, mentale e sociale di bambini. Coerentemente con la letteratura sull’omogenitorialità, già molto corposa, anche quest’ultimo ha dimostrato che i figli di gay e lesbiche crescono bene come i figli di eterosessuali. Anzi, per alcuni versi, anche meglio.

 

La ricerca, che terminerà solo nel 2014, ha coinvolto 500 minori, divisi tra bambini nati all’interno di una coppia eterosessuale e omosessuale (circa 315 genitori gay, lesbiche, bisessuali).

Considerando cinque indicatori (autostima, emotività, tempo trascorso con i genitori, stato di salute e coesione familiare) per determinare il grado di benessere complessivo, lo studio ha evidenziato come i bambini che provengono da famiglie omogenitoriali hanno uno sviluppo normale e un punteggio più elevato di benessere e coesione familiare.

 

Dal mio punto di vista, considerando la letteratura già a nostra disposizione in 40 anni di studi, non c’è ancora molto da studiare. Per me è molto chiaro che il problema non è l’orientamento sessuale dei genitori, né la loro identità di genere, ma la loro capacità di esserlo, di essere genitori in grado di fornire una base solida, affettiva e relazionale, per i propri figli e figlie.

 

Le famiglie rainbow si sono dimostrate in grado di traghettare con ottimi risultati bambini e bambine nel mondo, in quel mondo che li giudica e li discrimina o pensa di doverli aiutare salvandoli da una costellazione familiare di “nicchia”.

 

Mi si obietterà che il più grande studio condotto su prole (2.988 persone tra i 18 e i 39 anni) condotto dall’oramai famoso Mark Regnerus, ha dato un quadro opposto: i figli di gay e lesbiche sarebbero più inclini al suicidio, al trattamento e alla disoccupazione di quelli delle coppie eterosessuali STABILI.

Ecco, è proprio quella parolina che ho messo in maiuscolo a fare la differenza.

Lo studio di Regnerus ha messo insieme in un bel minestrone di situazioni di per sé disagiate (tra gli esempi una coppia gay che ha adottato bimbi con handicap, una prostituta eterosessuale che fa sesso con donne a pagamento, detenuti eterosessuali che in carcere avevano avuto rapporti sessuali con uomini), considerato gay o lesbica chi aveva avuto in tutta la sua vita anche solo un rapporto sessuale con una persona del proprio sesso e messo a confronto con adulti cresciuti dai genitori biologici che ancora stavano insieme.

 

Di fatto ha solo dimostrato che l’instabilità e la disgregazione danneggiano i bambini, ma questo lo sapevamo già no?