Piccoli sogni simili: 19 – Le lagrime di Frida

Frida1Qualche notizia sui contenuti e sulle finalità di questa rubrica si trova nella Nota 1 in coda all’articolo e nella Puntata 1 “Introduzione a una ricerca”

 

19 – Le lagrime di Frida

di Adriano Alloisio

 

Non sono soltanto lagrime le due gocce sotto gli occhi della donna ritratta nella litografia di Frida Kahlo. La pittrice attraversa un momento di grandissima sofferenza, ha appena avuto un travagliato aborto, evento che dà il titolo all’incisione. Era stata molto incerta se tenere o meno il bambino, dato il rischio per le sue condizioni di salute, e infine aveva deciso per la continuazione della gravidanza, ma inutilmente. L’incidente tranviario in cui era stata gravemente coinvolta da ragazza aveva avuto come conseguenza oltre dieci interventi molto invasivi alla colonna vertebrale (il contesto medico è quello del Messico dei primi decenni del secolo scorso). A 18 anni, immobilizzata a letto, Frida si è messa a dipingere.

Non sono soltanto lagrime. Basta confrontare la forma delle gocce con quella delle lagrime della Luna, o con quella delle gocce di sangue che scorre lungo la gamba (vedi alla pagina seguente); così ben formate e simmetriche, sono due lagrime singolari: contengono – o sono – due serpentelli, pure simmetrici. Siamo nel quadro di un tema generativo, ed è immediato riandare alla relazione occhio-serpente di molta mitologia, specie quella egizia, e all’equivalenza tra occhio e uovo (2). Racchiuse in quella piccola testa, dunque ancora contenute in un’unità, stanno due coppie complementari femminile – maschile, o uovo-serpente.

La rappresentazione richiama una tavola alchemica, divisa a metà tra luce – dove però, a differenza di altre opere della Kahlo, manca il Sole – e ombra, presidiata dalla Luna . Il fatto che qui ci sia solo una Luna piangente, dipende forse dal registro depressivo che ispira l’opera. Tuttavia sarà proprio nella zona in ombra che avverrà l’incontro tra le lagrime fertilizzanti della Luna e i serpenti, generando la pittura.

L’osservatore si sente collocato all’altezza della fascia inferiore dell’incisione, trasportato da un movimento che, scendendo dall’alto lungo la linea mediana, si biforca con le gambe: a sinistra, avvolto a spirale attorno a una gamba, è un cordone ombelicale che arriva al bambino, mentre a destra si risolve in un rivolo di gocce di sangue che formano una pozza, nutrendo le radici di piccole piante, questa volta in un movimento verso l’alto mediato, ancora, da serpentelli.

Si può ravvisare – in questa circolazione di liquidi e di serpenti – il fluire di una junghiana libido; il feto al centro del corpo appartiene a una gravidanza quale nuova realtà in sè, come un Homunculus in un alambicco, indipendentemente dall’esito successivo (3), e passibile di due diverse trasformazioni, in nascita e in sangue.

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In alto a sinistra la suddivisione cellulare rimanda al movimento originario di ogni divenire, la duplicazione di un Uno in un Due.

Qualunque forza psichica sembra costituirsi come coppia simmetrica di opposti, contemporaneamente presenti e legati, eventualmente uno conscio e l’altro inconscio (vedi anche la puntata 13 – Simmetrie e corpo nel sogno😉 

Le stesse immagini della libido possono articolarsi lungo opposizioni.Schermata 2015-03-15 alle 18.52.30 Qui, in particolare, se un aspetto è la nascita del bambino, il sentire comune porterebbe a catalogare l’aspetto opposto, il sangue, come morte (come ci suggeriscono le opposte freudiane pulsioni), riconducendo l’opposizione a un sì e a un no rispetto alla vita. Ma quel sangue non ha nulla di distruttivo, anzi risulta fertilizzante: il ‘non bambino’ non è una morte, ma ancora una potenzialità, tutto ciò che un’energia può ancora diventare (4). L’opposizione che allora ne emerge è tra ciò che diventa in forma compiuta, rappresentato dal bambino, e ciò che è allo stato potenziale e indifferenziato, il sangue. Parafrasando una massima alchemica (“solve et coagula”), farò riferimento a questa doppia manifestazione delle immagini della libido rispettivamente come stato coagulato e stato fluido, oppure come ciò che ha forma e ciò che ancora non ce l’ha. Si tratta di una differenza difficile da cogliere in quanto l’esserci implica per noi sempre una forma, sia essa cosa, parola, immagine o vissuto; differenza che forse la coscienza può percepire immergendosi nella polivalenza delle immagini di elementi primari, come quelle del sangue. Non si tratta solo di far riferimento a una negazione, come quella del “non avere forma”, ma di attribuirvi una sostanzialità senza nome, che non può esaurirsi in un’immagine ingenua del sangue, ma che pure non trova altro modo di raffigurarsi. Chiamerò biforcazione lo svilupparsi dei due aspetti complementari della libido: essa è la chiave di lettura della litografia della Kahlo. Se il bambino non viene proposto altro che… come bambino, più articolato è il discorso per il sangue. Oltre alla diversa rappresentazione (linea continua e linea tratteggiata) dei due aspetti – rispettivamente in luce e in ombra -, il primo si concretizza materialmente in una forma riconoscibile, l’altro si disperde penetrando dall’interno il vivente e fertilizzandolo, dando forza a forme già esistenti, le piante; ma non esaurendosi lì. Sulla zona in ombra dovremo tornare presto.

La biforcazione della libido in due rami è veicolata dalle due gambe. Perchè le gambe e non le braccia? Quella delle due braccia non è una vera biforcazione del corpo, in quanto fatta di due appendici che, benchè simmetriche, si innestano nell’asse mediano del torso, mentre al livello delle gambe non c’è nulla che possa essere assunto quale tronco intermedio portante: il corpo intero si risolve invece nelle due gambe, ossia non è più percepibile come un Uno ma come un Due, una coppia di elementi slegati e indipendenti. Il passaggio dalla testa (un Uno) alle gambe (un Due) può essere uno dei motivi della discesa di una libido che va differenziandosi nella coppia di elementi complementari, ma certo non il solo.

Vediamo come il movimento discendente della libido si esprime nel sogno, a partire da un’acqua che scende dall’alto, e quindi biforcandosi:

chi adra001 Apro la tenda della doccia e mi vedo in piedi nella vasca da bagno: nuda, bagnata; la pelle chiara, i capelli scuri e il ventre gonfio. Ero incinta e avevo le mestruazioni.

Ritroviamo la discesa del serpente in un sogno della puntata scorsa:

cmi adr0028 Nella pagina centrale di Repubblica c’è la foto di una giovane donna con la frangetta nera che sorride. I denti sono irregolari, lo sguardo ambiguo, intorno al collo, a mo’ di collana, dei serpenti. (…). Poi mi ritrovo in una stanza con mio padre, ho la gonna tirata su e lui mi toglie dei serpentelli giallo-verdi tutti aggrovigliati nella regione pubica. Quelli che toglie si raccolgono in un mucchietto a terra. La cosa mi fa molto schifo e orrore. Riesce a prenderli tutti, e poi mi chiede una pentola per scaldare dell’acqua e lavarsi.

e in un altro della stessa sognatrice:

cmi adr0006 Sono in una casa di campagna, in un’ampia stanza, è la mia classe, con tanto di cattedra, ma non ci sono allievi. Sulla cattedra, attorcigliati attorno a due bicchieri, ci sono due piccoli cobra, uno nero e uno color terra. Sono immobili con la bocca spalancata. Capisco che stanno in quella posizione perchè disidratati. Do loro dell’acqua. Dopo un po’, camminando tra i banchi, sento e vedo il cobra nero, che ha riacquistato tutta la sua lucentezza, intorno alla mia caviglia. Mi morsica, mi rendo conto che la situazione è seria, dovrò andare in ospedale (…)

Immediata l’analogia tra i due bicchieri sulla cattedra e i due occhi dell’incisione, anche qui in coppia con i serpenti. Il contatto con l’acqua è apparso anche nel primo sogno, col padre nel ruolo di levatrice di serpentelli, che se ne fa scaldare una pentola. In tutti e tre i sogni il movimento va dall’alto al basso; nel terzo il serpente arrotolato sulla caviglia ci rimanda, nell’incisione, al cordone avvolto attorno alla gamba (4). Il cobra color terra sparisce, e con lui tutto lo spazio in ombra, svuotato dall’invasivo morso del cobra nero, e forse rinviato al futuro ospedale.

Altri motivi ci portano ad associare nascita e caduta (vedi puntata 17 – Peso, caduta, gravidanza). “Nascere vuol dire cadere” si dice nel sogno di una donna.

Possiamo pertanto azzardare una congettura. “Cadere” ha la stessa radice di “ac-cadere”, cioè del determinarsi di un evento, e quindi porta con sè l’idea del prender forma di qualcosa che prima non c’era, se non all’interno di uno spazio di possibilità. Presupponendo come motore originario la vitalità trasformativa della libido (l’acqua e il serpente), nella mente onirica l’accadere può assumere l’immagine del formarsi di nuova materia vivente, e cioè psichica, generata all’interno del corpo, spesso sotto forma di “gravidanza”, e questa manifestarsi a sua volta con la caratteristica del ‘peso’. Ma, come notato nella puntata citata, nell’immaginario onirico trova poco posto il peso, quanto invece ne occupa la caduta, come se questa insorgesse a occultamento del peso (5). Nello stesso tempo la caduta comporta un aristotelico ritorno all’origine, la Terra, dove l’accadimento può trovare una sua dissoluzione ritornando nell’indifferenziato.

Ci sono dei sogni che mettono direttamente in relazione nascita e caduta:

bio ser0009 In clinica mia madre parla con i medici e le ostetriche, mentre io ho in braccio il mio bambino. Improvvisamente le gambe mi cedono. Tutti guardano se il bambino si è fatto male, e invece è sano e salvo, perchè l’ho raccolto al volo quando era a pochi centimetri dal suolo. Questa scena – caduta e salvataggio – si ripete più volte.

E anche il sogno si è ripetuto altre volte. Ma perchè il reiterarsi della caduta? Cosa si sta tentando, che non riesce?

Possiamo fare un’ipotesi: non riesce a farsi strada il processo parallelo alla nascita, e cioè il sangue. Ma non il sangue in sè, che la sognatrice è ben capace di sognare, anche se in uno stato di “sonno”:

bio ser0028 Sto dormendo. Sento un gran male alla pancia. Dall’ombelico esce molto sangue. Sempre dormendo, continuo ad asciugarlo con il lenzuolo. Provo sofferenza ma anche sollievo.

bensì potrebbe non riuscire a farsi strada la simultaneità tra bambino e sangue. Vedremo nel seguito come la simultaneità sia un elemento necessario affinchè i due aspetti complementari possano rientrare in relazione. Nell’incisione essa sembra non porre problemi al livello della biforcazione delle gambe perchè i due esiti prendono strade opposte e non si incontrano.

Perchè improvvisamente cedono le gambe? per via di un peso inaspettato, o perchè si sta entrando in uno stato di sonno onirico, o perchè le gambe tenderebbero ad assumere una nuova funzione, quella di incarnare l’opposizione tra bambino e sangue? Forse per tutte le ragioni assieme. Ipotesi analoghe potrebbero essere fatte per il sogno seguente:

caz ser0007 C’era una donna incinta che stava per partorire, e c’era con lei il suo compagno. (…) Lei cominciava a partorire e allora lui la aiutava – ma, come per pudore, davanti a questa scena calava una specie di lenzuolo bianco attraverso il quale si vedevano ormai solo le loro sagome in movimento. Lei partoriva in piedi e lui andava sotto di lei un pò come un gatto a raccogliere il bambino perchè non cadesse, e io vedevo che lui lo prendeva appunto prima che cadesse. La sensazione è quella quasi in una danza, (…)

Qui l’intervento salvifico dell’uomo prende le mosse prima ancora che incominci la caduta, già alla radice delle gambe, e prima di qualunque possibile biforcazione. Ma cos’è che viene celato alla vista grazie al lenzuolo?   C’è evidentemente qualcosa che resta nascosto, o taciuto. Come in quest’altro sogno:

elh adrc037 Sono in una casa. Dalla finestra vedo un’amica in strada, ferma che aspetta l’autobus. Improvvisamente si piega in due e cade per terra; so che è incinta e penso che chi l’ha uccisa ha in realtà ucciso due persone. Mi precipito giù in strada: è stesa sull’asfalto e ci sono giornalisti che scattano fotografie per la cronaca e lampi di flash. Mi avvicino, lei si rialza, e si allontana con me dicendomi che ora mi spiegherà cosa veramente le è successo.

Ha ucciso due persone, commenta l’Io del sogno. E forse con qualche ragione, se sono stati bloccati sul nascere due eventi che avrebbero dovuto svolgersi in parallelo, e che si sono espressi soltanto con il “cedimento delle due gambe”: una discesa a terra del bambino e la manifestazione del sangue. D’altra parte lo svenimento fa pensare che l’Io del sogno si sia trovato davanti a una soglia che ha potuto attraversare solo in uno stato di inconsapevolezza.

ror adr0199 Sono in una chiesa, fatta come un cinema, dove si proietta un film a colori. In basso c’è il vescovo, e in alto io e mia madre, la quale usa l’aspirapolvere. Nel palco c’è anche mio fratello, in una carrozzina da bambino, gli si sono accorciate le gambe; è un bambino che ha bisogno di me. Gli lavo i capelli, e mi cade giù, come un bambolotto.

Bagnare la testa di un bambino in una chiesa alla presenza di un vescovo allude a un battesimo. Questo rimanda a uno stato originario (sembra di vedere il neonato della Kahlo) dove la libido dovrebbe potersi esprimere nelle due manifestazioni, ma probabilmente quella fluida, apparentemene negativa, viene assorbita da un atteggiamento di rimozione, l'”aspirapolvere” della madre, mentre quella coagulata viene assoggettata ad “ac-cadimento”. Ma, cancellata la prima, il bambino si devitalizza e diventa un bambolotto. Notiamo l’apporto sostanziale dell'”acqua” che scende dall’alto, così come lo è quello delle lagrime nella tavola proposta.

Un paio di esempi confermano la problematica coesistenza delle due manifestazioni, con le diverse soluzioni adottate: nel primo esempio ricorrendo a un altro personaggio grazie al quale sciogliere la contraddizione parto/sangue, nel secondo lasciando l’Io nell’incertezza di quale sia la verità, stante il fatto che per lui dovrebbe essere unica.

xxx mar0007 Incontro una signora che aspetta il quinto figlio e ha una bella pancia; mi dice però che non è vicina al parto. Io le metto le mani incrociate sulla pancia per sentire il bambino e a quel punto arrivano le doglie e il bambino nasce lì in mezzo alla strada. Io la aiuto come posso, esce un fagottino rosa come dentro un sacchetto color carne, il bambino è lì dentro e io devo aprire l’involucro; ci riesco e vedo una bella bambina. Sono imbranata col cordone ombelicale, ma la signora dice che a quello pensa lei. Nello stesso momento in cui nasce la bambina, io sento il flusso del sangue mestruale che arriva, un forte fiotto di sangue.

liz adr0014 Ho appena fatto all’amore con un uomo e mi accorgo di essere incinta. Corro in bagno, e mi vengono le mestruazioni; penso di non essere incinta, allora, e di avere le calze rosse. Non so se abortire o tenere il figlio, e penso di chiedere consiglio all’analista.

Per l’Io del sogno non c’è via d’uscita: gravidanza e mestruo si escludono. Ma perchè mai dovremmo chiedere al sogno di essere logico? Evidentemente c’è dell’altro, che ci rimanda al rapporto che intercorre tra i due aspetti della libido, fluido e coagulato. Sembra che questi (vedi Puntata  7-  Il bambino è servito in tavola;), una volta separati, vengano assoggettati a un tabù che ne ostacola una ricomposizione, così come non devono entrare in contatto a livello alimentare, per l’osservante di religione ebraica, la carne macellata e il suo sangue. La simultaneità mette a rischio l’osservanza del tabù.

Nella tavola della Kahlo, come già detto, non ci accorgiamo di questa difficoltà in quanto bambino e sangue prendono due strade opposte e non si possono incontrare. Vi sono tuttavia dei sogni (vedi ancora Puntata 7) dove – una volta separate le due manifestazioni – esse sembrano accennare alla possibilità di una loro nuova sintesi.

Nella Puntata 14 (14 – Ero incinta e avevo le mestruazioni…  )

si è vista una serie di sogni di Liz sul tema del sangue, inaugurata da quello ora citato, dove il tabù riguarda il fare all’amore durante il mestruo. Sotto il profilo del contatto della carne con il sangue, un pene in vagina viene equiparato nell’inconscio a un bambino nell’utero, vicinanza in ambedue i casi respinta da Liz essendo in un contesto mestruale. La serie terminava con questo sogno:

liz adr0097 Metto sotto un bicchiere un oggetto a forma di uovo; si gonfia, si spacca, è come un fungo. Qui ho le mestruazioni, e l’esperimento è volto a verificare che la spaccatura è la mestruazione. Faccio più volte l’esperimento, più volte vedo il letto sporco di sangue. Poi sono dall’analista e racconto il sogno.

Il sangue, dunque, riporta a una spaccatura: si tratta di una spaccatura nel modo in cui il soggetto può pensare se stesso, in tensione tra il riflettersi come oggetto o come energia pura priva di forma, priva di un oggetto in cui rispecchiarsi mediante un accadimento.

Sarà a questo punto che la libido produce il simbolico, ossia ciò che non appartiene a nessuna logica, neppure a quella – a noi famigliare – della metafora?

Tornando alla litografia: in alto a sinistra le due cellule sembrano separarsi per via di una forza (le due frecce convergenti) che si insinua tra di loro, quasi si trattasse di una vera ‘spaccatura’ dell’unità, forse l’anima oscura di quello che ho chiamato biforcazione.

Facciamoci ancora guidare dal percorso del sangue nella tavola della Kahlo, questa volta risalendo lungo l’ombrosa zona di destra: dalle radici, alle piante fuori terra, ai serpentelli disposti come fossero i caratteri di una strana scrittura, per affacciarci su di un campo particolarmente denso di punteggiato (energia?); qui, accanto a un braccio dotato di una mano mascolina, ne appare un secondo, del tutto inatteso, assurdo in quel contesto quasi anatomico, che sostiene una tavolozza: come dimostrazione di qualcosa di messo in salvo, la tavolozza contiene la materia prima, il colore, per una possibile figura dipinta. Facciamoci ancora aiutare da un sogno (già discusso nella puntata precedente, 18 – Sogno e scrittura):

smh adr0002 Una mia amica incinta decide, dopo dubbi, di tenere il figlio. Va alla   clinica per aborti per comunicare la decisione, e dice alle altre donne che col suo compagno festeggerà la decisione facendo acquisti. Le altre donne che sono lì per abortire si lamentSchermata 2015-03-15 alle 18.52.50ano per gli eccessivi prelievi di sangue fatti per le analisi, che le indeboliscono e le prosciugano. Io devo fare un concorso per giornalista per inserire il mio lavoro in ambito istituzionale. Ho perso ogni capacità di concentrarmi, e so che verrò bocciata all’esame. Svolgo il tema all’ospedale, seduta su uno dei letti delle donne che stanno per abortire.

Stando al sogno le donne incinte si suddividono tra quelle che tengono il bambino e quelle cui prelevano sangue e abortiranno (la biforcazione dell’incisione della Kahlo). A loro volta queste seconde possono condividere il letto con qualcuno che scrive una tesi, il che comporta un’ulteriore diramazione per le donne che trasformano il sangue in testo scritto, secondo la tendenza, ancora, a separare fluido e coagulato; una separazione che tuttavia stando al sogno non sembra netta e definitiva: la scrittura incontra delle difficoltà di concentrazione, il sangue sembra prevalere. Nell’incisione il singolare terzo braccio definisce uno spazio nuovo, dove si è trasferito il conflitto-biforcazione tra forma solida – i serpentelli, così simili a caratteri scritti – e materia fluida, i colori della pittura. La fluidità della libido subisce così diverse fasi di biforcazione-coagulazione, lasciando via via sul campo il bambino, le radici, le piante, su su fino a dei caratteri viventi e alla pittura, ponendo le basi perchè si apra lo spazio a un “terzo braccio”, a una terza dimensione che esce dal piano del disegno, fuori dalla logica della contraddizione/simultaneità tra libido allo stato coagulato e allo stato fluido.

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Note

1 – Se interpretare un sogno significa risalire dal racconto alle problematiche inconsce del sognatore… ecco, qui i sogni proprio non si interpretano, almeno non in quel senso. Anzi, non si vengono a conoscere neppure i sognatori, o le circostanze del sogno. E questo perchè si tratta di sogni un po’ particolari, tali che per larga parte si ritrovano, sfogliando le cartelle dell’analista, ‘simili’ tra di loro, indipendentemente dai loro autori. Identici no di certo, ma simili quel tanto perchè io venga incuriosito da elementi comuni delle loro trame. E’ un po’ la stessa ragione che fa sì che gli analisti non diano loro soverchia importanza, e se ne dimentichino in quanto – forse – irrilevanti per l’analisi.

Dopo parecchi anni che ne seguivo le tracce, mi sono accorto che protagonisti ne erano per lo più degli accadimenti al corpo, umano e animale, quali patologie e trasformazioni spesso favolose; e ingresso e fuoriuscita di sostanze solide o fluide, gravidanze, movimenti, come corse, salite, cadute, passaggi in acqua, o improvvisi cambiamenti di stato, come sonno, passeggera morte, perdita del senso del tempo… e altro ancora.

Si è anche visto che queste tematiche, alle quali ho dato il nome di oniremi, hanno la caratteristica di trovarsi spesso intrecciate in uno stesso sogno, un po’ come M.L. Von Franz ha osservato per gli archetipi nei miti, dove in uno stesso mito possono confluire le immagini di più archetipi.

Va ricordato che si tratta di una ricerca in corso, in grado di presentare – a oggi – solo l’omogeneità e nello stesso tempo l’articolazione del fenomeno; ma, sulle funzioni di questi sogni, a oggi posso fare solo incerte congetture, qua e là, riguardo al lavoro della mente onirica con e su strutture che hanno sì a che fare con basi del funzionamento della coscienza, ma che non ne attendono un suo intervento interpretativo, come prevederebbe un approccio simbolico.

Eccezionalmente, in questa puntata sono ricorso all’opera di una pittrice per illustrare come alcune di queste tematiche ripetitive che si ritrovano nei sogni possano annodarsi tra di loro anche in un’opera figurativa.

2 – Pupilla deriva da ‘piccola pupa’, o ‘bambolina’, allusione alla piccola immagine che si riflette nell’occhio dell’interlocutore, come se qualcuno lo abitasse. Un’associazione analoga può essere fatta in altre lingue, in particolare per il greco antico, dove “chore”, vuol dire sia fanciulla che pupilla dell’occhio, mettendo così in evidenza la capacità femminile di accogliere in sè una vita, alla pari di un uovo. D’altra parte ‘occhio’ porta con sè la radice accadica ‘ac’, la stessa di ago, espressione di un potere penetrativo.

3 – Per una traduzione dall’immagine dell’aborto all’aborto concreto vedi: Eva Pattis “Aborto: perdita e rinnovamento. Un paradosso nella ricerca dell’identità femminile” – Ed. RED

Vedi anche la puntata 14 – Ero incinta e avevo le mestruazioni…

4 – In alcuni sogni il filo arrotolato sulla gamba e il sangue, pure sulla gamba, compaiono come ‘calze rosse’.

5 – A un soggetto in caduta libera viene meno la percezione del proprio peso; mentre un soggetto che compie una faticosa ascesa difficilmente attribuirà la fatica al proprio peso, quanto invece allo sforzo delle gambe nel vincere la salita: questa nell’immediato è da lui percepita come la causa unica della fatica, non il peso. Della fatica di portare in giro il proprio peso, insomma, parlano solo i vecchi e le donne incinte.

 

Puntate precedenti

 1 – Introduzione a una ricerca

2 – Essere zoppi: esempio di un motivo tipico

3- Un personaggio tutto particolare: l’Io del sogno;  

4-L’Io del sogno (quasi) sempre in affanno; 

5-Biancaneve era morta o dormiva?

6 – Non si fuma in gravidanza: lo dicono anche i sogni;  

7-  Il bambino è servito in tavola

8-  Dalla parte dell’occhio;

8 bis – Sintesi delle prime otto puntate;

9 – Venivo aggredita da due uomini…; 

10 – La testa di Orfeo; 

11 – La vocazione segreta degli ascensori

12 – Traiettorie elementari

13 – Simmetrie e corpo nel sogno

14 – Ero incinta e avevo le mestruazioni…  

15 – Sangue, scrittura, esami… esami del sangue; 

15.1  – L’Ombra della Simmetria; sintesi delle puntate 9-13 ; 

15.2 – Sangue, bosoni di Higgs e alchimia;

16 – Lo strano caso delle due vasche comunicanti

17 – Peso, caduta, gravidanza

18 – Sogno e scrittura