I POETI POSSONO ASPETTARE
di Emanuela Bellini
(I poeti, possono aspettare?)
Sapete, non sanno vivere, loro
non sanno che bere dal fango, dal pozzo
vuoto del mondo.
Non sanno nulla di voi, i poeti
di caravelle sospese o farfalle morte
d’un volteggiare
il mattino nel vostro caffè.
Forza, domandate loro
domandate ai poeti.
E non avrete vittoria
non avrete terra
per la vostra casa d’infanzia,
non avrete cibo
per la vostra dieta avanzata,
non avrete soldi abbastanza
per la vostra vacanza
da paure e singhiozzi
e piaceri goduti dell’oggi su ieri.
Ma domandate vi prego
domandate ai poeti
d’arterie impazzite
di sorrisi nell’erba
di dubbi in pentola
di piedi nel latte
di pozzanghere e dita
di vergogne e comò
d’ambizioni e di note
di traumi e diabete
di carezze nel palmo
di ciottoli e bruchi
nascosti, domandate
di ponti e Gesù.
Domandate ai poeti, lo spero.
Domandate vi prego!
D’un recondito nulla, d’uno
semplice sfondo, d’una
vita inquadrata.
Suvvia domandate
vi prego!
Domandate ai poeti
d’ascoltarvi
d’aspettarvi
sempre
e non rispondere mai.