” Venivo aggredita da due uomini…”

di Adriano Alloisio

Introduzione a una ricerca2 – Essere zoppi: esempio di un motivo tipico; 3- Un personaggio tutto particolare: l’Io del sogno4-L’Io del sogno (quasi) sempre in affanno;  5-Biancaneve era morta o dormiva? ); 6 – Non si fuma in gravidanza: lo dicono anche i sogni;   7-  Il bambino è servito in tavola; 8. Dalla parte dell’occhio;

 


” Venivo aggredita da due uomini…”

 

Quanti hanno letto le puntate precedenti già conoscono il metodo che sto seguendo: considerare l’insieme di tutti i sogni come un unico sogno…. o meglio: considerare come equivalenti certe vicende di un certo tipo di sogni, riferibili all’individualità dei sognatori solo per il modo con il quale queste vicende vengono declinate, ma non per l’asse portante della trama. Operazione fedele alle orme di Freud, nella sua definizione di simbolo, o di Jung, quando tratta le immagini archetipiche.

Solo che nel nostro caso si tratta di trame, a volte piuttosto complesse (le ho chiamate oniremi), e non solo di immagini, sia pure polivalenti.

L’ipotesi è che esse – essendo in parte indipendenti dal sognatore, e raramente evocando tracce di  miti, siano coinvolte in dinamiche psichiche primarie, lavorino cioè in quell’immenso e impenetrabile territorio di funzioni sulle quali si reggono strutture più evolute, come la coscienza: senza peraltro esserle destinate come oggetto di riflessione e tanto meno di interpretazione da parte sua.

Ma, naturalmente, continueremo a essere inseguiti dalla domanda: se non sono destinate a essere interpretate, allora a cosa servono queste trame? E ancora: quali strade ci si aprono per cercare di capire a cosa servono?  Per l’ipotesi fatta di un loro scarso rapporto con l’ individualità, la strada introspettiva ci è preclusa, e quelle dell’associazione e dell’amplificazione non danno frutti.

In questa puntata si proporrà un possibile spiraglio, nel quale inquadrare alcune delle vicende fin’ora viste di occhi, di gemelli, di gambe.

 

 

L’onirema dei ‘due uomini’

 

Come porta di ingresso userò un nuovo onirema: l’Io del sogno (per lo più una donna) teme l’aggressione, o viene effettivamente aggredito da una coppia di sconosciuti; può trattarsi di due distinti signori in abito scuro, il fare arrogante e sicuro di sè, o di due ragazzotti male in arnese; dettaglio singolare: di frequente portano un copricapo. I due si assomigliano, ma nel corso del sogno si vanno differenziando: uno è più alto; oppure uno è biondo e l’altro è scuro, uno è cattivo e l’altro più avvicinabile; e alla fine, se non hanno la meglio sull’Io del sogno o se non vengono fatti fuori entrambi, uno sparisce e l’altro resta.

 

Esempi:

 

un caso in cui i due uomini si mostrano molto violenti, e il sogno diventa un incubo. Si noti la simmetria, quasi plastica, dello scenario:

 

lii orn0001 (…) L’analista ordina a due uomini di venirmi a prendere. Sono entrambi vestiti di nero, con la camicia bianca. Entrambi reggono in mano una frusta. Entrano nella mia camera. Uno mi dà una frustata e mi toglie il lenzuolo dal corpo. L’altro lo solleva completamente con la sua frusta. Io indosso una camicia. I due mi prendono per le braccia e mi portano dentro una stalla dove ci sono due cavalli. Mi mettono nella mangiatoia, in mezzo alla paglia. Nella stalla c’è mia madre e i due uomini le dicono: “ecco, glie l’abbiamo portata”. Lei è in piedi. La stalla sembra un vecchio monastero. L’analista è nel chiostro, in mezzo a due colonne bianche, rigida dietro una scrivania. La mangiatoia dà sul chiostro. La madre dice all’analista: “ecco, questo è il suo posto”, indicando me dentro la mangiatoia. L’analista risponde: “E’ giusto così”. Mi sveglio urlando.

 

Due fruste …due colonne, due cavalli… tutto doppio e simmetrico.

…e nel sogno successivo, all’opposto, c’è un bastone magico, col quale una donna tiene a bada la coppia e la mette in fuga (ma, stando al finale, neppure questa sembra una soluzione ottimale):

 

dam adr0055 Vivo in una casa con una donna nuda, o forse vestita con una calzamaglia che dissimula alcuni particolari. Arrivano due uomini vestiti con mantelli neri, che la vogliono portare via. Ma lei li diffida dal farlo, perchè ha dei grandi poteri, tanto da poter far passare dell’energia in un bastone di legno che tiene in mano. Uno dei due uomini lo tocca, e ne resta scottato, e il bastone si incenerisce in punta. I due uomini la lasciano stare e se ne vanno impauriti. Dopo, la donna mi assale e tenta di strangolarmi.

 

D’altra parte il prevalere dei due nel sogno successivo porta a una ‘castrazione’, l’estrazione di un dente, cioè la soppressione di un Uno (in altri sogni può trattarsi del dente del giudizio):

 

elh adr0179 Vado in discoteca con altri; in realtà si tratta di una specie di aula circolare o parlamento. Si spengono le luci e si promette un momento molto erotico. Questo però consiste nel fatto che vengo prelevata da due energumeni e trasportata in un camerino dove mi viene estratto un dente. Fuggo (…)

 

Uno e Due

 

Ho già fatto spesso uso della parola ‘univocità’, intendendo con questa un atteggiamento automatico volto a sopprimere sul nascere ogni movimento che possa mettere in discussione, contraddire le proprie modalità del pensare e del sentire, rispetto alle quali ci si fa identici; in breve, contraddire l’autopercezione del Sè. Le radici di questo atteggiamento, che può essere presente a diversi livelli di intensità e di generalità, e che passa inosservato dalla coscienza, affondano molto lontano, nella primissima infanzia, quando esso è indispensabile per sintonizzarsi senza incertezze con una prima descrizione di sè e del mondo, così come ci viene offerta.

Ma è anche caratteristico della biologia di ogni organismo vivente, che deve interpretare ogni segnale del mondo esterno – appunto – come univoco per poter fornire una risposta adeguata.

Spesso nel linguaggio e nel sentire comune un atteggiamento del genere viene definito come ‘maschile’, o ‘fallico’ e ad esso viene associata l’idea di forza ottusa, di razionalità, se non di violenza. Ma esso è collettivamente ritenuto dalla nostra cultura anche ingrediente indispensabile per il successo personale, e quindi per dare un senso all’esistenza.

Con ‘castrazione’ viene spesso indicato il venir meno di questo atteggiamento a seguito di uno scontro perdente con ciò che è ‘diverso’, che costringe ad ammorbidire l’univocità, con conseguente passaggio da un registro indicato come  ‘maschile’ a uno ‘femminile’.

Di fatto queste dinamiche appartengono, sia pure con modalità diverse, sia agli uomini che alle donne, cosicchè si parla di ‘fallo’ o di ‘castrazione’ in entrambi i casi. Ad esse si può far riferimento in modo sintetico con gli opposti Uno e Due, unicità (e quindi anche univocità) e dualità (e cioè plurivocità). Si tratta di una contrapposizione che si trova già inscritta nella nostra fisiologia, sviluppandosi in diverse fasi della maturazione con simmetrie bilatere e dominanze; e di qui l’ipotesi che essa si trovi rappresentata anche nei sogni veicolata da immagini del nostro corpo. Mi trovo allineato in questo con la psicoanalisi, ad esempio con quella lacaniana, quando il fallo viene posto a significante della Legge del Padre, e la castrazione del venir meno di quel fallo; o con gli junghiani, quando vagina e utero  vengono posti, ad esempio, come significanti della capacità di accoglimento, e del versante ricettivo dell’archetipo materno.

Passando al mondo della quotidiana consapevolezza, sappiamo che tra le nostre maggiori aspirazioni sta quella di essere liberi da contraddizioni e da conflitti, non avere dubbi sulle decisioni da prendere, sui sentimenti, sulle spiegazioni che si danno del mondo, sulle previsioni del futuro,  sul fatto di essere oggetti d’amore unici… La stessa realtà viene pensata come unica e data, (è passato quasi un secolo, ma la fisica relativistica e la fisica quantistica non sono riuscite ancora ad allargare la nostra visione; per non parlare delle più recenti teorie sulla complessità e sul caos); d’altra parte la nostra salute mentale viene compromessa se ci viene meno il ‘principio di realtà’, la cui anima è ancora l’aristotelico principio di non contraddizione. Il quale principio è garantito dalla Legge del Padre, e andando un po’ più su, da Dio; ma mentre questi nelle religioni orientali può assumere un aspetto duplice e contraddittorio, ad esempio essere al tempo stesso creatore e distruttore, nelle religioni monoteiste è univoco, incarna il Bene ma il Male non lo riguarda (Dio sembra ignorare che nel suo giardino c’è un serpente malvagio, ossia che Lui ha un’Ombra, come dice Jung), lasciando all’uomo l’ingrato compito di dirimere il  conflitto tra i due princìpi per le rispettive competenze territoriali.

Le nostre aspirazioni all’univocità non sono un prodotto del filosofare e della cultura, ma si trovano già inscritte nella biologia di tutto il vivente, per il quale è essenziale distinguere il giorno dalla notte, il buon cibo dal veleno. Viviamo dunque sotto il segno dell’Uno, o del principio di non contraddizione, di cui – alla nostra mente evoluta – appare garante la figura simbolica del Padre.

Ogni sistema conoscitivo è per definizione univoco. Il punto è: come può evolvere?

Esso può ampliarsi per assimilazione (Piaget), ossia senza negare i suoi presupposti, ma allargandone il campo di applicazione; oppure per accomodamento (ancora Piaget; ma varia è la terminologia con la quale viene indicato questo momento), ossia rivoluzionando le proprie fondamenta.

In questo secondo caso si tratta anzitutto di un venir meno dell’Uno (morte del Padre, castrazione, etc.), per lasciare il posto a una – sia pur transitoria – caotica pluralità, che ben può essere sintetizzata dal Due, l’indeterminazione della quale può giustificare il senso di minaccia con la quale viene percepita.

Estendendo il discorso alla dinamica conoscitiva all’interno della polarità conscio/inconscio:  se, per amore di coerenza e di non contraddizione, riconosco che due contenuti sono uguali grazie al fatto che voglio ignorare la loro differenza, o se riconosco che sono diversi ignorandone gli aspetti uguali, c’è da aspettarsi  che ciò che ho ignorato vada a finire in un inconscio.

Ma… ci sono tanti livelli di inconscio. Se la polarità negata non sparisce integralmente ma può continuare in qualche modo ad agire, la polarità affermata ‘galleggerà’ su di uno sfondo che le darà rilievo (la visione stereoscopica ne fornisce una metafora, che presento in appendice alla puntata)

Questo è vero a ogni livello conoscitivo: qualunque affermazione io faccia, essa è possibile perchè da qualche parte nella mia mente esiste l’affermazione contraria (se dico ‘luce’ è certo che so cos’è il ‘buio’, anche se in quel momento non ci penso affatto). Ma ben diverso è lo spessore della mia affermazione se in qualche modo ho  presente che esiste anche la possibilità contraria, o se la ignoro al momento, o infine se è sparita dal mio apparato mentale, o se non c’è neppure mai stata.

 

Ci si può chiedere a quale livello dell’apparato mentale si collocano i sogni qui presentati, e i relativi oniremi, che appaiono parzialmente intinti. come presto vedremo, in dinamiche edipiche. D’altra parte la psiche non è fatta a compartimenti stagni, e modalità più evolute possono filtrare e dar forma ad altre che pur ne stanno alla base. E così, anche se si fa riferimento alla Legge del Padre o al femminile archetipico, che in questi termini possono essere oggetto solo di una coscienza riflessiva, non bisogna dimenticare che siamo nella prospettiva di un livello che ne sta alla base, pre-coscienziale e pre-mitico, dove continuamente l’Uno e il Due si sciolgono l’uno nell’altro e si ricostituiscono secondo reazioni primarie, poste a combustibile e struttura della continua costruzione della mente: la problematica apertura del già noto a ciò che non lo è ancora.

 

Ancora sulle vicende di Uno e Due; e del Padre

 

Ritorniamo ai due uomini.

 

gir adr0097 Partorisco un bambino. (…)Per tenere il bambino devo uccidere due uomini. Ce l’hanno loro,  mi trattengono.  Li uccido. Una donna dice: prendi l’asciugamano e avvolgilo attorno al bambino.  Vado in mezzo a loro, morti, con il bambino avvolto. (…)  Un binario lunghissimo e su questo tante foto capovolte con dei numeri progressivi. Gioco a che foto scegliere. Cammino, e ne scelgo una, la numero 1, la giro, e ci sono io (…) con un elefantino al posto del pisello (…)

 

L’Io del sogno, che pur appartenendo a una donna si rappresenta – non è un caso raro – dotato di pisello, se lo sostituisce addirittura con un elefante… e tutte le foto sembrano stare al posto delle traversine, che collegano la coppia dei binari…in altre parole il Due, fatto fuori senza mezzi termini, è tornato ad essere un Uno, un Uno, per nulla toccato dall’esperienza dell’incontro con la coppia; anzi, un Uno inflazionato.

Ma allora… anche quel bambino gioca il ruolo di Uno-pisello, visto che è a essere liberato con l’uccisione dei due uomini.

Il ritorno all’Uno può inflazionare quest’ultimo, come in questo sogno:

 

poi ser0004 (…) la ragazza che divide l’appartamento con me è fuori con un cane, io sono in casa.  Sento agitazione, lei corre in casa gridando, mi dice di chiudere la porta, ha con sè due cani. Io butto fuori il secondo cane, il nostro cane incomincia a gonfiarsi, a deformarsi, si riempie di occhi, sempre più in rilievo rispetto al corpo. Alla fine rotolano per terra trasformandosi in palline dell’albero di Natale. Le dico che deve trovarsi un’altra casa.

 

I tre sogni che seguono gettano una luce su quell’Uno (il bastone magico, il pene…), in quanto ne mostrano l’equivalenza con una figura maschile protettiva, padre o marito:

 

liz adr0029 Sono in una casa rustica, accogliente, con il caminetto acceso. Due ragazzi vogliono entrare. Prendo paura, chiudo la porta. Appare mio padre, che mi abbraccia protettivamente e si eccita. Poi so di avere fatto all’amore con mio padre, e la cosa mi dà un enorme fastidio, penso a come rimarrò dipendente da questa storia, che problemi comporterà essere l’amante del padre. Mi vedo nel letto con mio padre e mia madre.

 

lat adr 0173 Sono in studio, mi affaccio alla finestra e vedo due negri che passano, pure io sono un poco negra e loro se ne accorgono.  Mi prende una grande paura, so che verranno, riesco a bloccare l’antiporta con la catena, perchè non ho il tempo di chiudere la porta. Arrivano e tentano di entrare.  Mio marito fa barriera con il suo corpo e io lo aiuto.

 

sel adr b157  In TV c’è un uomo padrone di un lussuoso negozio di scarpe, che reclamizza l’articolo. L’uomo si rivela essere mio nonno. Ha un malore, vaneggia, estrae un coltello. Accorrono dei servitori in livrea che gli tolgono l’arma, perchè in quella casa non è mai entrato un coltello. Il nonno mi si avvicina, so che morrà, ci baciamo a lungo. Lui mi fa capire che mi ha sempre amato molto, che sono la sua preferita.

 

 

La coppia di uomini (mi accorgo, scrivendo che qui non è detto siano ‘due’) può avere la meglio sul Padre se questi viene disarmato del suo coltello (che, come il bastone carico di energia, ribadisce l’Uno). Viene da pensare che le scarpe lussuose, attributo del Padre, implichino il camminare, un uso della coppia di gambe in modo alternato, negando così la simultaneità del Due e l’arresto del movimento.

E il Padre-Uno, sotto la pressione del Due, tende a vacillare:

 

dam adr0023 Vedo mio padre colpito da infarto, e a stento sostenuto da due uomini. Vedo anche il cuore per buona parte spezzato in due. Ad un medico con il camice bianco dico che forse mio padre non aveva più voglia di vivere. Il medico risponde che può essere così, ma che non è detto.

 

I due uomini appaiono dapprima come appendici del padre – servitori, o infermieri – , e – finchè stanno sotto la sua influenza – sono neutralizzati; ma prendono forza man mano il padre viene meno, come se il padre stesso si lacerasse in due.

 

Schematicamente, la trama, può dunque svolgersi secondo delle varianti, che a volte si sovrappongono:

 

Un Padre ha due servitori che agiscono alle sue dipendenze

I due servitori prendono forza e insidiano la Figlia

a1 – il Padre li neutralizza e rafforza il legame protettivo con la Figlia

oppure

a2 – il Padre viene meno e la coppia assume il potere

In questo secondo caso:

b1 – I due uomini paralizzano la vittima usando violenza

oppure

b2 – La vittima riesce a liberarsi della coppia, e si ristabilisce l’univocità

b3 – La coppia in quanto tale si scioglie

In questo terzo caso:

c1 – Un uomo della coppia sparisce

oppure

c2 – I due uomini si differenziano in due polarità, una positiva e una negativa, dove questa viene allontanata, lasciando però una traccia.

 

Un esempio di quest’ultima eventualità:

giz adr0028 Non so come mi sono ritrovata sotto due tram. Sono finita dapprima tra le ruote e la parte anteriore di un tram. Prima di poter rendermi conto e uscire da quello scomodo posto, un altro tram, con la parte anteriore, si era attaccato al primo. Ero incastrata. I tram avevano i propri manovratori che sapevano della mia infelice posizione. Da parte loro guidarono verso il vicino capolinea in modo molto cauto per non uccidermi; da parte mia facevo acrobazie per rimanere aggrappata cercando di non venire sfracellata quando si avvicinavano, o lacerata quando si allontanavano. Giunti al capolinea uno di loro mi disse come avevo fatto a trovarmi lì sotto ed aggiunse che comunque c’erano altri posti, più comodi e meno pericolosi, dove avrei potuto stare. Chiesi dov’era l’altro guidatore, e mi venne risposto che se ne era andato perchè l’evento l’aveva spaventato.

 

Osserviamo che uno dei due uomini sparisce, ma ne rimangono il ricordo e la domanda: dove è andato a finire? Quindi non sparisce del tutto, ne resta una traccia.

Questo tipo di esito è raro, forse perchè il problema che viene posto con l’apparire dei due uomini è di solito presentato con tale minacciosa violenza da non consentire una soluzione di compromesso.

 

Dai due uomini ai gemelli

 

Riprendiamo, completandolo, un sogno appena citato:

 

gir adr0097 Partorisco un bambino. Non sapevo come tenerlo. A casa mi trovo tra le mani un baco di farfalla. I neonati possono attraversare questa forma? Temo di ucciderlo.  Per tenere il bambino devo uccidere due uomini. Ce l’hanno loro,  mi trattengono.  Li uccido. Una donna dice: prendi l’asciugamano e avvolgilo attorno al bambino.  Vado in mezzo a loro, morti, con il bambino avvolto. E’ proprio un bambino. Un binario lunghissimo (…)…  con un elefantino al posto del pisello (…)

 

Osserviamo  la questione del bambino. Dapprima è un bambino che viene partorito, poi è un baco di farfalla, poi – dopo la soppressione dei due uomini – è proprio un bambino.

Cos’è questa oscillazione baco-bambino? Perchè i due uomini trattengono il bambino?

Il fatto è che un solo bambino non è la soluzione che essi si aspettano: dovrebbe trattarsi infatti di una coppia di ‘gemelli’, un baco e un bambino, che invece non riescono a venire contemporaneamente alla luce  ma si trovano in uno stato di indeterminazione si/no (si è visto nella puntata 5 come la coppia di gemelli può risolversi in due elementi diversamente valorizzati, bambino vivo / morto, maschio / femmina, bianco / nero, umano /animalesco, a volte con il sottostante dubbio se si tratti di due bambini o di uno stesso trasformato…) oscillazione che in questo caso viene risolta con l’eliminazione della duplicità, che i due uomini invece propongono con la loro contrastata presenza. Infatti il bambino appare proprio un bambino solo quando i due muoiono e non pongono più alcun ostacolo.  Questo ci mostra inoltre che l’onirema dei due uomini può confinare con quello dei gemelli.

 

Gemelli e occhi; e gambe

 

Vedremo ora che entrambi gli oniremi (gemelli e due uomini) possono associarsi con quelli che gravitano attorno alla coppia di occhi (gli occhi sono già apparsi in un sogno citato in precedenza)

 

sel adra050 Sono cieca e vivo immaginando le cose, e ricordandole come erano prima di non vedere più. (…)  So da mia madre che una mia conoscente è incinta: ne sono molto contenta. Ma un giorno mio padre (medico)  non riesce più a sentire il battito del cuore del bambino, che probabilmente è morto, e si sta rattrappendo e ritirando da un lato dell’addome perdendo tutte le sue parti vitali.  Così la donna è andata in ospedale a interrompere la gravidanza. Io so di essere incinta: il mio seno è gonfio. Due uomini mi guardano.

 

Il bambino che si ritira in un lato dell’addome ci segnala che ci sarebbe lo spazio per due bambini (vedi anche un successivo sogno di ned), una duplicità che ritroviamo nei due seni gonfi, e nei due uomini che guardano. E la cecità? Sappiamo (vedi puntata 5) che gli occhi possono venire ‘incorporati’ lasciando ‘ciechi’,  e diventando uova e bambini. Allora: i due occhi sono diventati due bambini, che non si riesce a far coesistere; per farne sopravvivere uno la gravidanza viene suddivisa tra due donne incinte, in una delle quali il feto muore, secondo la logica tipica dei ‘gemelli’.

 

Laddove la problematica oscillazione tra Due e Uno si sposta dalla coppia di uomini agli occhi e ai gemelli, essa perde la sua virulenza e può articolarsi e svilupparsi.

Uno di questi sviluppi, che nel caso dei ‘due uomini’ sembra bloccato, comporta che il secondo elemento della coppia possa non scomparire, ma ritirarsi in uno sfondo dal quale esercitare ancora un’influenza sul primo elemento. Lo si può osservare in alcuni sogni di ‘gemelli’:

 

lai adr0014 In qualche modo partecipo alla storia di due gemelli, di uno dei quali si è persa la traccia, e lo si sta cercando. Si trovava una specie di cerotto (come quando un cerotto viene staccato) sul quale erano rimaste delle tracce – come fossero state sulla pelle del gemello dal quale si era staccato – 4-6, verticali e un po’ inclinate. C’è molta ansia nel cercare di interpretare questa traccia.

 

Tuttavia il permanere di un legame tra i due può risolversi con la prevaricazione di un gemello ai danni dell’altro, con possibile  ritorno all’univocità:

 

ang adr0073 Buio. Mi danno in braccio una bambina di quattro mesi, come se fosse mia. Improvvisamente ho in mano un gattino.  Faccio giocare i due, ma il gattino mangia parte della faccia della bambina. Non riesco a staccarli, e non voglio vedere cosa le ha fatto. Mollo tutti e due lì. Forse poi rivedo la bambina.

 

rod ser0024 Un neonato maschio di dimensioni piccolissime, è vivo e a pancia all’aria. Un grosso ragno brutto e peloso lo copre con tutto il corpo. Lo strappo via con le mani, ma il ragno ha fatto in tempo a staccare un pezzo di carne dalla guancia del bambino. La ferita non sanguina.

 

Dobbiamo superare il senso di orrore per queste immagini, osservando che quello scambio ricorda da lontano il crossing over, quella fase di maturazione dei gameti – non si è ancora formata una dominanza – in cui ogni cromosoma di origine materna si unisce provvisoriamente con l’omologo di origine paterna, scambiando con questo dei pezzi (quello che Calvino definiva essere l’unico vero momento in cui il padre e la madre si sposano). Sono diversi i sogni nei quali mi è parso di intravvedere il crossing over, fenomeno ignorato dai sognatori. Allucinazioni?

 

Inseguendo il tema della dominanza di un elemento della coppia, alla ricerca di scambi meno violenti, incontriamo anche il tema del monosandalismo, come contiguo a quello dei gemelli:

 

ned adra007 Sto lottando con qualcuno,(…)  Sono ferita a una gamba, mi sto dissanguando, forse ho anche una legatura per fermare il sangue (…). morirò per questa gamba”.  Poi mi trovo a guardare nell’armadio. Ci sono due scomparti verticali, in ciascuno c’è un bambino. Il primo ha una faccia spaventata, sembra mezzo morto, con gli occhi chiusi.  L’altro ha la faccia di un amico di mio figlio.  Mi rivolgo al primo, lo abbraccio, e gli dico: “devi dirmi se a spaventarti così è stato mio figlio,  che lo posso far smettere!”

 

La gamba perde sangue eppure ha una legatura (e quindi si gonfia): sovrapposizione tra sangue disperso e un suo accumulo, tra una gamba ferita e una sana, tra bambino morto e bambino vivo. Rieccheggiante la sovrapposizione onirica tra mestruo e gravidanza, che vedremo in futuro.

 

Il fatto che l’elemento eliminato della coppia possa ancora esercitare un’influenza sull’elemento rimasto, si trova rispecchiato nel diverso ruolo dei due occhi nella fisiologia della visione stereoscopica, dove le differenti immagini raccolte dalle due retine devono risolversi in un’immagine unica.

A due organi simmetrici come gli occhi già il mito aveva attribuito caratteristiche opposte e in reciproca competizione, ad esempio (siamo nell’antico Egitto) la divinità distruttrice del Sole e quella creatrice della Luna, il malvagio  Seth in lotta per il potere contro il saggio Horus.

La diversità si traduce in una e vera e propria opposizione, non  soltanto tra i due occhi (competizione retinica) quanto tra una coppia di immagini discordanti e l’esigenza di unicità.La competizione retinica viene risolta eliminando una delle due immagini, dove però quest’ultima continua a contribuire forzando l’ingresso dell‘invenzione della profondità spaziale ottica (e come questo avvenga non l’ho ancora letto da nessuna parte), che va ad associarsi con la profondità spaziale percepita con il movimento del corpo (per maggiori dettagli vedi l’Appendice alla puntata).

 

Destino degli organi doppi del nostro corpo è di trovare un modus vivendi vantaggioso per rendere efficace e non distruttiva o inutile la loro eventuale ridondanza. Nel corso della crescita il raggiungimento di questo obbiettivo passa attraverso varie fasi di maturazione, e per alcune coppie di organi (ad esempio braccia, gambe, occhi)  si assesta in forme di ‘dominanza’ di uno dei due organi sull’altro, differenziandosi così parzialmente le funzioni. Una differenziazione che troviamo ovunque, dal DNA agli emisferi cerebrali, a partire da un’originaria simmetria bilatera. E’ però interessante osservare che la simmetria si è sopratutto trasferita sugli organi di relazione con il mondo esterno, mentre all’interno del corpo essa non si realizza ovunque. La simmetria bilatera del corpo si riduce al suo asse centrale per alcuni organi, tipicamente i genitali, che evocano così un Uno, prima ancora che un Due o un Tre. Tuttavia nei sogni ho incontrato l’esistenza di un pene doppio (mai di una vagina doppia: si può supporre che ad essa si alluda quando c’è un’orbita oculare che si trasforma in vagina).

 

Le immagini degli organi doppi come ‘metafora’ per il trattamento delle coppie di opposti

 

Tutto ciò che avviene nell’organismo è codificato e riflesso in mappe cerebrali, e – cosa del massimo interesse per la psiche – ciò che avviene in certi sistemi del cervello viene visto e ricodificato in altri sistemi ancora del cervello, preposti ad altre funzioni, e così via, anche  con la possibilità di circuiti retroattivi.  E’ su queste basi che per alcuni, come A. Damasio, si sarebbero costruiti il Sè e la coscienza.

Una breve giustificazione del mio essere ricorso alla parola metafora : le esperienze fatte con gli arti inferiori nel corso della storia evolutiva del bambino vengono codificate in mappe, chiamiamole M1, e alcune di queste vengono trascritte o entrano in mappe M2 che contribuiscono a governare le alternanze, le dominanze, etc, e di qui ancora – prima congettura – in mappe M3 che governano i modi delle opposizioni psichiche. Laddove la gestione di queste opposizioni dovesse subire delle manutenzioni, o tentare una evoluzione, viene usato il sogno come laboratorio, ricorrendo alle immagini originarie codificate in M1, e alle loro dinamiche – e questa è la seconda congettura-. Ed ecco allora apparire gli oniremi che riguardano gli arti, gli occhi, etc. E’ presumibile che la natura di equivalenza e di opposizione, incarnata nella morfologia delle simmetrie del nostro corpo, e trascritta nel cervello, abbia contribuito a costituire, nel corso dell’evoluzione, categorie psichiche fondamentali, che oggi vediamo intrecciarsi e forse ancora sperimentarsi nei laboratori dei nostri sogni, tramite gli oniremi.

 

Questo accadrebbe anche per i meccanismi della competizione retinica, che nel laboratorio onirico possono fare così da ‘metafora’ per elaborare dinamiche psichiche relative alle opposizioni, dove il polo che è stato accolto necessita di uno sfondo che parzialmente lo neghi (come il concetto di ‘luce’ nei confronti di ‘buio’, il ‘qualcosa’ nei confronti di ‘niente’).

Così ci suggerisce ad esempio la lettura del sogno seguente:

 

elh adr0077 In una camera un giovane mi aiuta a mettere le lenti a contatto. Intanto qualcuno chiede al mio compagno se mi scopa. L’operazione delle lenti non riesce, sull’occhio sinistro viene messa una cicca e la lente del destro viene divisa in due, per poterla mettere anche sul sinistro. Intanto io spiego che non posso andare dall’altro analista, quello lontano, perchè troppo buono.

 

Che c’entra con le lenti la domanda sul rapporto genitale con il compagno? Il rapporto genitale è una relazione  di tipo Uno a Uno, che esclude dunque la duplicità, ragione per cui un occhio deve venire chiuso, e la sua funzione ridotta a un copia-incolla di quanto vede l’altro occhio, dividendo in due la lente gemella. E pure dei due uomini analisti, una volta radicalizzata la differenza in buono/cattivo, se ne può eliminare uno. Il sogno forse segnala un problema, cerca di mettervi mano, e verifica che per quella via non viene risolto. Tuttavia la cicca sull’occhio fa pensare che quell’occhio sia stato inghiottito all’interno, cercando forse per quella via una soluzione. Come si vede, la matassa è ancora intricata.

Un altro esempio:

 

las adr0175  Qualcuno porta nella stanza una bambina handicappata, non ha l’uso delle gambe, sul letto. Ha il volto di cera, gli occhi chiusi, la fronte sudata, e penso sia il sudore della morte, e che lei non senta più. Dico alla nonna che bisogna romperle la testa nel mezzo. La nonna dice di no, e glie la spacca sull’occhio destro. La bambina ha grida disumane di dolore. In mezzo al petto le affonda, le scorre qualcosa, e io penso sia il dolore. La guardo, il volto si trasforma velocemente, si impicciolisce, gli occhi enormi marroni, il corpo si muove tutto come un fantoccio. Poi si calma, il viso è piccolo, stretto a forma di uovo. Di nuovo si dibatte, e io non reggo, mi arrampico per un palazzo, arrivo al terzo piano, voglio scendere ma so che non posso. Guardo giù, vedo due uomini (…)mi chiedono delle pentole che tengo in mano. Uno guarda in su perchè io sono senza mutande. Mi trovo nella stanza di prima, ci sono i genitori. Il padre chiede:”cosa avete fatto alla mia bambina?”

 

Per l’Io del sogno bisogna rompere la testa nel mezzo perchè la simmetria, il Due, è insostenibile e bisogna pertanto scollegare i due poli uguali, ottenendo una sorta di split-brain. E invece la nonna suggerisce di intervenire su di un occhio dividendolo in due (come la lente a contatto del sogno precedente), forse per renderlo capace di una visione che separi e unisca – al suo proprio interno – due aspetti diversi dell’immagine. Si osservi come i due uomini vengono differenziati, in quanto solo uno fa vagare il suo sguardo indiscreto tra le gambe dell’Io del sogno: le vagine oniriche, come già detto, non diversamente da quelle reali, non si prestano all’instaurarsi della duplicità. E tuttavia in mezzo al petto scorre qualcosa, come un processo che continua con una discesa verso il basso, un’incorporazione della funzione visiva, della quale ancora non abbiamo capito la funzione.

 

Le immagini doppie

 

Jung è stato incuriosito dall’apparire nei sogni degli oggetti doppi. Egli scrive: “Il motivo dello sdoppiamento, della duplicazione, interviene anche là dove stanno per diventare coscienti, ovvero differenziati, dei contenuti inconsci. Essi allora si scindono, come sovente avviene nei sogni, in due metà identiche o leggermente diverse, corrispondenti agli aspetti coscienti e ancora inconsci del contenuto nascente.”

Nel caso dei ‘due uomini’ questa ipotesi da sola tuttavia non giustifica la violenza del contrasto, anche se coglie uno stato di equilibrio instabile;  credo che questo vada invece attribuito all’oscillazione tra Uno e Due, un problema che è ancora conoscitivo come la distribuzione dei contenuti tra conscio e inconscio, ma che si mostra molto più minaccioso.

 

Perchè le immagini doppie possono essere insostenibili? Per la coscienza non lo sono, anzi sono rassicuranti, specie se realizzate in disposizioni simmetriche, come espressione di armonia e di equilibrio.

Ma per i complessi (e inconsci) sistemi di riconoscimento del nostro cervello, e dell’Io del sogno nel caso onirico, le immagini doppie possono essere state in qualche fase primaria del nostro sviluppo oltremodo ostiche: se due oggetti occupano posti diversi essi sono diversi. Eppure essi appaiono identici, se operiamo una traslazione nel piano.  Ma capire che ci sono trasformazioni che conservano forma, dimensioni e sopratutto la relazione, è il risultato di un processo molto evoluto, che forse inizia quando si assimila che la ‘mamma qui’ è la stessa della ‘mamma là’. In un bambino di tre anni la polisemia di un segno verbale è digeribile con difficoltà. Identità e sua negazione entrano in conflitto, e in risonanza con un analogo conflitto che riguarda gli organi doppi. Quello stesso bambino, un anno prima, quando prendeva un oggetto con una mano doveva tenerne un altro simile nell’altra, negando la possibilità di una dominanza, come se i due oggetti fossero uno solo, e non fosse possibile immaginarne un contrapposizione.

 

Appendice – Sulla competizione retinica

Ricordo qui un’esperienza universalmente nota, anche se non sempre consapevole.

Se, stando fermi nel centro della stanza, guardiamo fuori dalla finestra,  vedremo due panorami diversi a seconda dell’occhio con cui osserviamo. Ad esempio, nel disegno, la casa di fronte inquadrata dalla finestra e vista con l’occhio sinistro ci apparirà con meno finestre di quanto ci appaia con l’occhio destro. Dal momento che guardiamo con ambedue gli occhi, il cervello dovrà dunque fare qualcosa per comunicarci che lì di fuori c’è un oggetto solo, e non due diversi:

 

Con un po’ di allenamento ci riuscirà – incrociando gli occhi – di diventare momentaneamente strabici, e di vedere quattro disegni anzichè due:

 

Regolando la convergenza del nostro ‘strabismo’, si potranno portare a sovrapposizione le due immagini centrali:

 

Fissando l’attenzione sulla sola immagine centrale ottenuta, il risultato sarà quello di vedere  (nel caso di un occhio dominante destro) solo la casa con tre finestre; ma anche che la cornice della finestra ‘galleggia’ sopra la casa, effetto che sparisce subito chiudendo l’occhio sinistro.

Ossia, partendo da immagini assolutamente piane, il cervello si è inventato l’esistenza nel disegno di uno spazio intermedio tra la cornice della finestra e la casa di fronte.

Trovo sempre interessanti – per quanto elementari – esperimenti del genere, perchè ci danno il senso immediato dell’attività inventiva del cervello  nel ricostruire un originale di ogni percezione della realtà esterna. Nel caso esemplificato la diversità tra le immagini non viene avvertita come effettiva differenza  ma viene elaborata per costruire la rappresentazione di una profondità spaziale.

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9 Risposte a “” Venivo aggredita da due uomini…””

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